La storia del Palio

Il palio degli asini risale al 1947 quando, chiusa la parentesi bellica e ricominciata la ricostruzione del tessuto civile e sociale della nostra nazione, a Cameri furono organizzati grandi festeggiamenti in onore dei santi patroni Michele Arcangelo e Gregoria.

Per arricchire le feste patronali civili venne proposto di organizzare una “Corsa degli asini”, dopo qualche difficoltà da parte del comitato per i festeggiamenti, la corsa fu approvata e ufficialmente istituita. Fu l’allora vescovo di Novara, Mons. Leone Ossola, a dare il via alla competizione il lunedì della festa, dopo l’unzione religiosa.

La gara, inizialmente senza particolari norme di comportamento, si svolgeva su di un percorso predefinito lungo il quale si faceva sentire forte il tifo degli spettatori. La cronaca del “Gran Premio”, come avviene tutt’ora , era trasmessa da uno speaker al microfono. I premi in palio erano costituiti da anatre, oche, polli, salami, riso e vino.

La competizione attuale vede schiararsi sulla linea di partenza 12 cavalcature, tre per ogni Rione, che per aggiudicarsi la vittoria percorrono un circuito cittadino per tre volte. Il Gran Prix da Cambra viene interamente presentato da uno speaker al microfono con i suggerimenti fuori campo dei giudici di percorso che oltre a verificare il rispetto delle regole di buona condotta, comunicano le posizioni delle cavalcature.

Il premio al fantino vincitore è un quadro, ideato e disegnato dall’Associazione Pittori Cameresi, mentre il premio per il Rione vincente è il drappo presente sul carro durante la sfilata.

Tutt’ora la corsa degli asini viene corsa il lunedì della festa ed è preceduta dalla sfilata con i vestiti storici e caratteristici dei quattro Rioni.

La corsa “dal bicicleti ruti” (Ricordo del Dott. Mario Galliani pubblicato in “Santa Gregoria 100 anni di fede e d’amore”)

Nel 1949 in concomitanza delle celebrazioni religiose fu tutto un turbinio di giochi e gare che si svolsero per una intera settimana con grande partecipazione di pubblico. Nel cortile di S. Rocco, nell’angolo un tempo occupato dal negozio da ciclista del “Binu”, era subentrata la trattoria – bar del Ramacci, frequentata da molti giovani, anche perché era la sede della squadra di calcio del Cameri. Furono questi giovani, il “Metz”, il “Limonero”, il “Pistola”, il “Rűel” e tanti altri giovani cameresi, che organizzarono una irresistibile corsa “dal bicicleti ruti”. Per me (Mario Galliani) fu un gran divertimento seguire tutti quei preparativi, in particolare la raccolta dei velocipedi che parteciparono alla gara.

Ne risultò una competizione veramente esilarante che ottenne un grande successo di pubblico.